Sono diversi anni che seguo percorsi di psicoterapia che in
vario modo interrompo. Il problema è iniziato dopo essermi
resa conto che il primo rapporto terapeutico (durato cinque
anni) non era adeguato ai bisogni della mia psiche.
Personalmente, senza voler sottovalutare le resistenze
all'analisi, penso anche di essere stata sfortunata nei
percorsi compiuti.
Un anno fa ho interrotto un'analisi dopo tre anni perchè
l'unico rimando che sentivo dire era che ero fortunata
perchè vivevo al settimo piano... Va bene stare nei simboli,
ma non credo sia risolutivo.
Interrotta l'analisi, si è interrotta anche la relazione di
coppia in cui io e il mio compagno eravamo aggrovigliati.
Negli ultimi mesi ho avuto diversi problemi e così a
dicembre ho cercato accuratamente un analista lacaniano con
cui fare un percorso. Mi sembra di aver trovato l'approccio
e la strada giusta... Ora però ho una domanda che mi si
apre. Probabilmente a fine giugno dovrò cambiare città...
non è ancora certo e molto dipende anche dagli sviluppi
dell'analisi, ma mi domando se possa avere un qualche senso
un percorso analitico di tre sedute a settimana nell'ipotesi
di doverlo interrompere a giugno. Attualmente non vedo
alternativa, perchè la mia situazione personale richiede non
solo un'analisi, ma anche cure... però sono domande che mi
pongo nell'ipotesi di un'ulteriore interruzione.
La ringrazio dell'attenzione |