11/agosto/2008: RISPOSTA da Esich. L'INTERPRETAZIONE "GIUSTA" ? Caro Frederick, credo che si stia affrontando un punto centrale del lavoro psicoanalitico. Centrale perché di tecnica. Dove tecnica è amore, come ci ricordano gli amici di Studium Cartello. Le propongo questo mio pensiero. Se per “Giusta” intendiamo “La Interpretazione”, allora stiamo parlando di una Teoria: in questo caso la “Giusta Teoria” è da augurarsi che non esista. Purtroppo la psicoanalisi ridotta da troppi a teoria “La Psicoanalisi” cade facilmente in questi equivoci. Per questo da parte mia personalmente la ringrazio per questa richiesta riguardante e non attaccante questo tema e provo una risposta per arricchire la questione. L’interpretazione non è un’opera o una conclusione dell’analista (che non è un “terapista” cioè “uno che ha la scienza per fare guarire”) ma è un frutto del pensiero del cliente (o paziente): e lui che la disegna con le sue associazioni e i suoi ricordi (l’analista semplicemente la indica e la segnala, raccogliendola). Il fatto che essa sia “Giusta” perde la sua importanza, o meglio non è la “Giustezza” la chiave di volta della questione: essa è un frutto del pensiero del paziente quindi ha in questo pensiero le sue ragioni, il suo valore positivo e conclusivo capace di rifare il pensiero e rifare salus, salute (per questo è un tema di tecnica analitica, amore, fiducia nel pensiero dell’altro). In pratica la sua “verità” è che “funziona!”. Saluti a tutti. Esich |